La Chiesa francese sbarca sull’iPhone e su Android

Anche la Conferenza Episcopale Francese ha deciso di entrare nel mondo degli smartphone, andando incontro a quel 21% dei francesi che ne possiede uno, con due applicazioni Eglise Info e Messes Info, gratuite entrambe, e interamente dedicate alla vita ecclesiale d’oltralpe. La prima applicazione, solo per iPhone, contiene infatti una selezione di notizie e approfondimenti di attualità, comunicazioni ufficiali della chiesa francese, testimonianze, dossiers, eventi; è in pratica la versione mobile del sito ufficiale http://www.eglise.catholique.fr/.

La seconda applicazione, disponibile anche per Android, è invece la trasposizione su dispositivo mobile di un già esistente database, relativo alle parrocchie e agli orari delle messe, ma arricchito dalla geolocalizzazione con le mappe di Google. In pratica sarà possibile per i fedeli francesi, trovare una messa vicino alla loro posizione e in qualsiasi parte della Francia, semplicemente lanciando l’applicazione.



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Commenti

  1. lucamenini scrive:

    Siceramente mi aspetterei che la Chiesa non si legasse ad uno specifico fornitore.
    Mi parrebbe strano che per entrare in Oratorio o al Centro Giovanile (non oso parlare di Chiesa) si debba per forza avere un iPhone …

    Tutti i contenuti e le applicazioni che servono per accedervi, dovrebbero essere rispettose dei diritti delle persone.
    Quindi licenze CreativeCommons o equivalenti e software libero.

    O sbaglio?

  2. Luca scrive:

    Ciao Luca, in effetti hai ragione, quale soluzione intravedi tu in questo senso? La Chiesa francese ha fatto una applicazione gratuita sia per iPhone che per Android, per par condicio, d’altra parte gli smartphone non sono come il web, le applicazioni sono proprietarie, quindi è impossibile fare una applicazione (come potrebbe essere un sito web) che vada bene su tutto. Non riesco personalmente a vedere una soluzione a questo problema, almeno per il momento :)

  3. lucamenini scrive:

    Il problema non e’ il “gratuito”. Il problema e’ il “libero”.
    E libero vuol dire che posso: copiarlo, modificarlo, ridistribuirlo.

    Va separato il contenuto (che devono essere in formati standard) e le tecnologie, sempre in cambiamento, che veicolano i contenuti e dal software utilizzato per fruire i contenuti.

    Che soluzione mi chiedi.
    Eccola:
    1) utilizzo di formati standard e aperti. Ci si deve tenere il piu’ lontano possibile dai formati chiusi e proprietari;
    2) utilizzo di software libero. Compreresti un’auto con il cofano chiuso a chiave?
    3) permettere sempre la copia dei contenuti.

    Ovviamente sono disponibile ad “espandere” questi spunti oltre questo breve post.

  4. Luca scrive:

    Si ho capito Luca la tua filosofia e la condivido, ma nel caso degli smartphone al momento non credo si possa attuare. Se, come nel caso di oggi, la Chiesa volesse sviluppare una applicazione per informare gli utenti, sul loro telefono, per quanto riguarda gli orari delle messe cosa dovrebbe fare? Che piattaforma usare? Non esiste un telefono con Linux. Forse Android, ma una applicazione per Android gira su Nokia?

  5. lucamenini scrive:

    Se io volessi informare gli utenti sull’orario delle messe, non comincio dagli utenti con iPhone!
    Ma non per motivi ideologici, per motivi pratici.

    Incrocerei i dati di chi va a messa con il tipo di cellulare usato.
    E probabilmente scoprirei che non usano uno smartphone, ma un comunissimo cellulare.
    Quindi partirei da un’applicazione che da’ informazioni tramite un normalissimo SMS.

    Ecco il caso d’uso che implementerei.
    L’utente invia un SMS con il nome del paese e, se lo sa, della chiesa.
    Gli torna un SMS con l’orario delle messe. Se ha scritto solo il paese, l’orario di tutte le chiese, altrimenti solo della chiesa che ha chiesto.

    Questa e’ la prima applicazione che implementerei.

    Tornando agli smartphone, il mercato e’ in forte evoluzione. Sicuramente tra 1 anno quello che e’ oggi non sara’ piu’.
    Oggi il sistema operativo per cellulari piu’ venduto e’ symbian ma la crescita piu’ significativa la sta avendo android.
    Quindi se devo sceglierne 2, sceglierei symbian e android, non certo iPhone ;-)

    Da ultimo, esistono cellulari con sistema operativo aperto.
    Magari se anche la Chiesa ci “investisse” qualcosa in sviluppo, il ritorno di valore sarebbe per tutti, non solo per una specifica azienda :-)

    E’ chiedere troppo?

    E non stiamo parlando di “filosofia”, stiamo parlando di mercato.
    Il software libero e’ sostenibile e rinnovabile (oltre che etico) il software chiuso, no.
    Vediamo di investirci qualcosa per vedere un ritorno economico per tutti, non solo per alcuni.
    Se l’applicazione dell’orario delle messe c’e’ solo per iPhone (che oggi e’ ancora un mercato di nicchia) sicuramente contribuisco al “mercato” di questo prodotto che ritorna valore solo ai propri azionisti, come e’ giusto che sia.
    Investire in software libero invece fa ritornare valore a tutti.

    Cos’e’ meglio?

  6. Luca scrive:

    Luca potresti essere un buon consulente informatico per la CEI e magari anche per il Vaticano… Farò il tuo nome se me lo chiedono :) Dubito però che la Chiesa si metta a sviluppare e a investire in tecnologie, anche se sarebbe bello (leggi etico). Nel frattempo possiamo solo stare a vedere quello che succede e prendere quel poco di buono che ci arriva anche dal mercato di nicchia.

  7. lucamenini scrive:

    Troppo gentile, grazie ;-)

    Non venirmi pero’ a raccontare che Gesu’ e’ morto dal freddo! :-)
    La CEI sta investendo in tecnologie! Ha un proprio Servizio Informatico (http://goo.gl/4iP1V) e non mi stupirei se fosse proprietaria, o avesse quote, in qualche software house.
    E sono convinto giustamente. Se io avessi un qualche incarico in qualche ufficio della CEI, mi porrei il problema, tra gli altri, di realizzare software applicativo per la gestione delle parrocchie, ecc.
    E se guardi sul sito chiesacattolica.it trovi articoli, giustamente, in cui si discute delle migliori soluzioni tecnologiche per le parrocchie.

    Non credo che la CEI, o il Vaticano, stiano a guardare, giustamente ripeto!
    Mi stupirei invece se stessero a guardare ;-)

    Come dici tu e’ importante prendere quello di buono che arriva (essendo sicuri pero’ che sia buono) ma dobbiamo sempre chiederci: “chi sono, da dove vengo, dove vado?”
    Su questo penso che siamo d’accordo :-)

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