Upanayanam: il “Bar Mitzvah Indù”

upanayamPotremmo chiamarlo il “Bar Mitzvah indù”, la cerimonia con la quale un ragazzo è dichiarato maturo per imparare le sacre scritture. Questo rituale, è noto come “Cerimonia del Sacro Abito” (Upanayanam in sanscrito), e può avvenire nel corso di un anno dispari della vita di un ragazzo, di solito quando si hanno 7, 9, o 11 anni. La cerimonia consiste in un solenne rito religioso che introduce il ragazzino nell’età adultà, ed è seguita da uno scambio di doni tra i membri della famiglia e da una sontuosa festa.

I ragazzini devono imparare il Gayathri Mantra – il supremo e più sacro di tutti i mantra indù, che è alla base di tutti gli altri mantra e l’essenza dei Veda. Questo mantra, per tradizione si tramanda di padre in figlio. La cerimonia si svolge nell’arco di due o tre giorni, compresi i rituali preparatori. Tutti i rituali si svolgono in lingua sanscrita. Gli dei e gli spiriti ancestrali vengono invocati per benedire il ragazzo prima che egli riceva il Sacro Abito. Dopo aver ricevuto la benedizione dai suoi genitori e degli altri anziani della famiglia, e dopo altri riti, egli mette l’abito. E il culmine della cerimonia, chiamato Brahmopadesam, il padre sussurra il Gayathri Mantra nelle orecchie di suo figlio.

Dopo questi riti, il giovane ragazzo viene dichiarato un brahmachari (colui che osserva la castità o il celibato e deve controllare tutti i sensi) ed è ufficialmente pronto ad imparare i Veda e le altre scritture indù. Dopo la cerimonia il ragazzo si deve assumere molte responsabilità. Uno delle più importanti è il Sandhya Vandanam da fare ogni giorno all’alba e al tramonto. Si tratta del canto di alcuni mantra, compreso il Gayathri Mantra, e dell’esecuzione di alcuni esercizi di respirazione yoga (chiamati pranayamam).

L’abito di colore bianco, viene appoggiato sulla spalla sinistra, avvolto attorno al corpo, e passato sotto il braccio destro. E’ composto da tre sezioni. Si dice che esse rappresentano la dea Gayathri (dea dei pensieri), la dea Saraswati (dea delle parole), e la dea Savitri (dea dei fatti).
L’abito è fatto per essere indossato tutta la vita. Ogni anno, il giovane (e poi l’uomo) mette un nuovo abito ed elimina il vecchio durante una cerimonia che si svolge in una data fissata dal calendario lunare indù.

Il pasto offerto durante la festa consiste in una prima colazione ed un pranzo che vengono serviti su foglie di banano, come è nella tradizione dei matrimoni del Sud dell’India. Il pranzo è di almeno tre portate con varie prelibatezze che vengono appositamente preparate per l’occasione. In alcune cerimonie vengono invitati anche musicisti popolari per intrattenere gli ospiti.

Via: Beliefnet

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Commenti

  1. annarita scrive:

    Ciao! Non conoscevo la “Cerimonia del Sacro Abito”: un rituale religioso suggestivo e una pillola di cultura. Grazie:).

    A presto!

  2. Luca scrive:

    Sinceramente anche io non la conoscevo fino a quando non ho letto il post di Beliefnet. Specialmente per noi insegnanti di religione è utile saperlo per fare un paragone con altre cerimonie come il battesimo, bar mitzvah ecc…

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