“Autorità” o “Autorevolezza” nella scuola digitale che verrà?

In molti si stanno chiedendo, in questo periodo di innovazioni digitali, dove dirigere il rapporto tra educatori ed educandi nell’immediato futuro, caratterizzato dall’ingresso delle tecnologie soprattutto nel mondo dei giovani. Cioè ci si chiede se le tecnologie orizzontalizzanti, democratiche, “alla pari”, potranno aiutare una nuova stagione di relazione tra alunni e docenti oppure il contrario. Si torna qui ad un vecchio concetto forse mai ben applicato nel mondo della scuola perché legato alla persona più che al ruolo, che è quello di autorevolezza. Il bravo educatore è autorevole non autoritario. Questo era vero ieri ed è vero anche oggi. Che ruolo può avere la tecnologia in tutto questo? L’insegnante che entra in relazione con i suoi alunni tramite un Social Network, che usa l’ipod a scuola, aumenta o diminuisce in credibilità agli occhi dei suoi ragazzi? Dipende, da molti fattori. Se l’autorevolezza la si conquista sul piano relazionale e non sul ruolo che si riveste, allora le nuove tecnologie possono aiutare, ma certo non sostituirsi al legame interpersonale, di rispetto reciproco, che deve comunque nascere in una relazione asimmetrica come quella della scuola.

L’insegnante “giovanilista” che usa le nuove tecnologie solo per accattivarsi le simpatie dei suoi alunni, senza far si che queste abbiano un senso o siano un esperienza autentica, prima o poi vedrà incrinarsi quel minimo, quella parvenza di autorevolezza che un uso posticcio della didattica con i nuovi media può dare.

Rimane dunque vero che nella scuola che verrà, oltre alle competenze mediali, dovranno essere sviluppate e rimesse in gioco anche quelle relazionali, per far si che l’esperienza educativa conduca ad apprendimenti significativi e alle crescita dell’individuo.

Fonte: iEducazione



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