L’ambiguità del Miur sulla questione dell’Ora di Religione

miurQuest’estate si è fatto un gran parlare dell’ora di religione. Forse mancavano notizie succulente da dare in pasto ai telespettatori o ai lettori, fatto sta che giornali, tv, internet ci hanno bombardato con il problema dei crediti per gli irc agli esami di maturità. Laici e chiese evangeliche da una parte, cattolici dall’altra, il TAR che dà sempre ragione agli uni, il Ministero e il Consiglio di Stato agli altri. Scena già vista….

Non capisco però l’ambiguità del Ministro sulla questione. Da una parte, come era prevedibile, ha difeso a spada tratta la pari dignità degli insegnanti e degli insegnamenti nella scuola. Dall’altra però sta togliendo risorse importanti all’ora alternativa che a mio modo di vedere è l’unica valida opzione per chi non vuole frequentare l’ora di religione (e non ce ne dovrebbero essere altre). Sono sicuro che il venir meno di insegnanti disponibili per svolgere questa attività provocherà una serie di reazioni da parte dei dirigenti scolastici e dei collegi docenti: religione alla prima e all’ultima ora, tentativi di accorpare i ragazzi che si avvalgono dell’irc in una stessa classe.

Ora mi chiedo, questa operazione di ridimensionamento del personale docente non rischia di fare più danni dei crediti negati agli irc? Immagino già che molti alunni sceglieranno l’uscita da scuola e verrà dunque premiato quel disimpegno che era stato già paventato con il mancato riconoscimento dei crediti formativi. Si spera che con l’avvio dell’anno scolastico il ministro Gelmini provveda a dare indicazioni chiare alle scuole su chi e come dovrà coprire le ore della materia alternativa, senza andare a rompere un equilibrio, già peraltro precario, all’interno delle istituzioni scolastiche.

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